Riccò, fine di una favola
Qualcuno lo aveva soprannominato il Pirata, perchè Pantani era il suo idolo e sulle montagne pirenaiche era andato in fuga proprio come il suo mito romagnolo.
La favola di Riccardo Riccò però è durata poco, si è spenta dopo due tappe del Tour vinte con le braccia alzate sì, ma con l’inganno del doping. Positivo all’epo, anche lui, quel corridore venuto da Sassuolo che a 24 anni aveva fatto sognare di nuovo gli amanti della bici che fatica.
Il ciclismo, sport delle grandi fatiche, delle lunghe e massacranti tappe, sport di uomini dalle grandi virtù ed enormi debolezze...sport fatto di imprese memorabili e di uomini straordinari,
sport che spesso ha regalato emozioni
e che purtroppo oggi non fa altro che regalare grandi delusioni a tutti quelli che credono ancora che lo sport, sia ancora una cosa da uomini (inteso come razza) e non da
MERDE
(è il minimo per gente che fa uso di doping)
5 commenti:
mi spiace x riccò.volevo mandarti un sms.era il mio idolo!
fra
anche a me dispiace...sono profondamente deluso e incredulo!!!!!
posso chiamarti a casa?
fra
che tristezza...mi dispiace un sacco però si è fatto una bella figura di merda...
Se comandassi nello sport, e piu' marcatamente nel ciclismo, metterei nelle mani di Ricco' una bella zappa a due punte, se voleva mangiare doveva coltivare solo patate, cosi capiva forse, cose' la fatica. Mi fanno schifo.
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